workshop
Analogico & camera oscura
Fotografare in analogico è un atto di dedizione. Affidarsi alle sensazioni con poca tecnologia, toccare il materiale fotosensibile e sentire le immagini con i polpastrelli.
Input
Un workshop di due giorni per vivere in prima persona l’esperienza della fotografia analogica in bianco e nero partendo dalla preparazione dei propri rullini fino alla realizzazione delle proprie stampe. Il corso permette di acquisire le tecniche base per svolgere in autonomia l’intero processo di scatto, sviluppo e stampa.
Trovare il feeling giusto
Sensazioni
La sensazione che si prova quando si scatta una fotografia a pellicola, la si sviluppa in autonomia e poi la si stampa coperti dalla rossa luce della camera oscura, è di grande stupore e soddisfazione. Si ha l’occasione di avere tra le mani un’opera fisica unica, da manipolare, conservare o distruggere. Si ha il controllo sulla fotografia, in ogni ambito del processo.
Porsi la domanda giusta
Simbiosi
Sono convinto che analogico e digitale possano coesistere, ma credo anche che l’esperienza della fotografia a pellicola sia indispensabile per un fotografo contemporaneo che necessiti di contenuti maturi e argomentazioni riflessive.
1 progetto in 3 parti
Temi trattati
Considero le attività dei miei workshop delle Esperienze di Fotografia Condivisa (EFC): l’innovazione sociale sta trasformando i modi e i tempi di trasmissione di cultura e tecnica fotografica. Credo che l’immersione nei contenuti – fianco a fianco – sia un canale di apprendimento veloce e solido nel quale unire competenza e divertimento.
Senza divertimento non c’è amore.
Senza amore nulla ha senso.
Tattilità
L’esperienza analogica comprende una serie di sensazioni che la fotografia digitale ha sintetizzato in impiulsi elettronici: odori di agenti chimici, spessori di sottili celluliodi, rumori di involucri che si stappano e continui saltellamenti di leve che avanzano fotogrammi.
Lentezza
Oggi ha senso parlare di immagine prodotta in analogico solo se associata ad un approccio fatto di autocritica, introspezione e pacatezza. Non è una battaglia alla tecnologia digitale, ma un ausilio per condensare la comunicazione visiva e tornare alle origini.
Tecnica
Padroneggiare le basi della fotografia non basta. Serve tempismo, ispirazione, osservazione della luce, ricerca compositiva e tanta pazienza nell’eseguire una accurata selezione degli scatti. In camera oscura poi si procederà con la manipolazione e la stampa.
Modello divulgativo
Il metodo di lavoro e di condivisione delle esperienze che propongo è orizzontale, non gerarchico come solitamente. Non mi interessa indottrinare, voglio coinvolgere! La sfida da intraprendere è quella di seguire i partecipanti nel corso della loro esperienza, fornendo competenze trasversali in grado di alimentare la cultura fotografica di ognuno.
Nuove prospettive
In genere i nativi digitali che si affacciano a questo vecchio mondo ne rimangono affascinati. C’è qualcosa che cattura l’attenzione, che ammalia e attrae sempre più persone verso il contatto con la pellicola. Pertanto il Workshop utilizza una vecchia – ma sempre preziosa – regola empirica: 3 su 36. Se tre fotogrammi su trentasei a disposizione sono considerabili buone fotografie, allora l’autore può ritenersi ad un buon livello tecnico/espressivo. Questa regola, se attuata con disciplina, consente ai fotografi di eseguire attività di selezione sui propri scatti. Scegliere tre fotografie su trentasei per ogni rullino scattato, è un mantra.
Camera Oscura
Si impara a sperimentare con le pellicole solo procedendo con la pratica. Sviluppare i propri lavori in autonomia è la principale finalità del corso: un ambiente attrezzato per negativi in bianco e nero 135 e 120.
Rappresentazione
Ad ogni seminario fa sempre seguito una sessione collettiva di critica fotografica sulla qualità espressiva dell’immagine, la sua presentazione ed il livello tecnico. L'autocritica e il giudizio degli altri sono preziosi.
3 su 36
Una vecchia regola che se attuata con disciplina consente ai fotografi di eseguire attività di selezione sui propri scatti. Scegliere tre fotografie su trentasei per ogni rullino scattato. Un mantra.
01. pratica
02. esperienze
A chi è diretto
A chi vuole intraprendere un’esperienza di approfondimento fotografico attraverso pellicola, acidi e stampe, con un occhio rivolto al passato e reinterpretando in chiave moderna l’insegnamento di un approccio alla fotografia meno frenetico e più ragionato.
maggiori dettagli
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